
Giovanissimo iniziò a lavorare come guida turistica all'estero in
Francia e in Svizzera (1949-53), prima a Parigi, successivamente a
Biarritz (paese basco-francese), rientrò in Sardegna dove alternò il suo lavoro di maestro elementare alla passione per l’archeologia. E’ stato tra i primi oristanesi a rendersi conto dell’importanza della penisola del Sinis nella preistoria sarda collaborando con l'amico l'archeologo
Enrico Atzeni (professore di Paleontologia e di Antichità sarde all’Università di Cagliari) nel rinvenimento di alcuni preziosi reperti, oggi esposti nei principali musei sardi.

Intorno agli anni ‘50, insieme a
Angelinu Iriu, meglio noto come
Geppetto ( nella foto a lato Gianni e Geppetto con una cernia), fu uno dei primi subacquei della provincia di Oristano, nelle acque della penisola del Sinis e nella marina di
San Vero Milis,
Su Pallosu in particolare.La passione per il mare lo portò a conoscere la grande ricchezza di pesce, ma anche di corallo, dei fondali tra S.Giovanni di Sinis, l'isola di Mal di Ventre e Capo Mannu. Nel 1969 la sua passione per l’attivita subacquea gli costò un embolo spinale che gli compromise l’uso delle gambe per vari mesi. Con grande sforzo riacquistò parzialmente la deambulazione durante i due anni sucessivi con frequenti visite in cui maturò una notevole conoscenza mineralogica e paleontologica nell’isola.
Celebre un suo accalorato discorso in lingua sarda durante una manifestazione di protesta contro le servitu’ miitari in Sardegna, citato largamente in contesti politici e linguistici (San Salvatore, Cabras, 1980).
Consigliere comunale nella seconda metà degli anni ’80 e
capogruppo nel comune capoluogo per il
Partito Sardo d’Azione, fu tra i dirigenti del partito dei quattro mori anche a livello nazionale sardo. Ad Oristano guidò la sezione cittadina, assieme -fra gli altri- a
Maria Teresa Sechi (già presidente della Provincia di Oristano).

Componente della
Commissione Comunale alla toponomastica per la lingua sarda, diede un contributo significativo alla ricerca della elaborazione dei nomi in sardo delle attuali vie e piazze di Oristano. Già consigliere di Amministrazione dell’Esit (
Ente Sardo Industrie Turistiche) e anche componente della
Comitato Misto Paritetico sulle Servitù Regionali.
Insieme a
Gigi Sanna, e’ stato autore anche di una delle prime pubblicazioni sulla letteratura in Lingua Sarda e sulla storia della Sardegna-copertina a lato- (
Sardegna, Lingua Comunicazione e Letteratura, edizioni Castello e Omines- edizioni Castello ). Con questa pubblicazione prima e con "
Omines dal Neolitico all’ eta’ Nuragica" (edizioni Castello) poi, attraverso l’esame delle tavolette bronzee di
Tzricotu (Cabras), nonostante l’inspiegabile silenzio e scetticismo di alcune autorita’, contribuì in maniera concreta a rilanciare il dibattito sul controverso tema dell’esistenza di una
scrittura nuragica o
paleosarda. Fu anche un grande appassionato d’arte: lavorò svariati materiali.Dall’
ossidiana del
Monte Arci (nella foto alcuni coltelli), ai
coralli rosso e nero (quest'ultimo prima di allora sconosciuto in Sardegna) del Sinis, alle
pietre dure, ma anche il
corno, l'osso e la
trachite di Fordongianus.