sabato 10 settembre 2011

Esposte al Museo di Oristano
SERRA IS ARAUS E LE ANFORE DI SU PALLOSU
le sensazionali scoperte
archeologiche di Gianni Atzori

Nei testi universitari e non solo.Il contributo di Gianni Atzori alle maggiori scoperte archeologiche nel Sinis è oggi unanimemente riconosciuto.Svariate le segnalazioni e le consegne alle autorità competenti dei più rilevanti ritrovamenti.Tra le scoperte di Gianni Atzori spicca la maxi Stele preistorica (idolo in arenaria di oltre un metro di altezza, con quattro seni-nella foto a destra) proveniente da Serra Is Araus (San Vero Milis).Dopo svariati decenni di oblio in qualche scantinato del museo di Cagliari il pezzo è attualmente esposto-con grande visibilità - all'Antiquarium Arborense- Museo Archeologico- di Oristano.Un reperto che vale da solo l'intera visita.
"Is Fradis Atzori de Aristanis" -che leggete nella foto qua sotto sono proprio Gianni, Nicola e Peppinetto Atzori. (Il nome di Peppinetto, è inoltre direttamente legato ad un'altra grande scoperta, quella delle statue di Monte Prama di cui parleremo in apposito post.)
E chi scrive in sardo questo testo, in cui cita esplicitamente i fratelli Atzori di Oristano-sempre qui sotto- è niente meno che Giovanni Lilliu, Accademico dei Lincei, numero uno riconosciuto dell'archeologia sarda (Sentiddu de Libertade -editoriasardacuec, 2004 - 131 pagine citazione da pag.40 ).





Ma non mancano le citazioni anche per altre ricerche archeologiche sempre su terraferma.Gianni Atzori ha collaborato con l'amico l'archeologo Enrico Atzeni (professore di Paleontologia e di Antichità sarde all’Università di Cagliari) nel rinvenimento di alcuni preziosi reperti rinvenuti in buona parte nel Sinis, oggi esposti nei principali musei sardi.Tra questi ad esempio l'idolo di Conca Illonis-Cabras, pubblicato da Enrico Atzeni (La Dea Madre-1978-Gallizzi Sassari editore).










Dalla terraferma all'acqua.L'enorme passione per l'archeologia di Gianni Atzori, già citata più volte sul blog, anche in questo caso è attestata anche dai libri universitari.



L'archeologia subacquea ha rappresentato infatti una parte importante della sua intensa vita.Il ritrovamento da parte di Gianni Atzori di anfore romane nei fondali di Su Pallosu, consegnate ed esposte al museo archeologico di Oristano, è citato infatti dal testo Universitario Tharros Felix 2 (edizioni Carocci), pag.164 (lo vedete qui sopra), articolo di Elisabetta Sechi.



martedì 26 aprile 2011

A Su Pallosu la collezione "Gianni Atzori"
I MINERALI DI GIANNI
esposti pezzi provenienti da tutta la Sardegna



Tra le passioni, un posto importante nella vita di Gianni Atzori è stato occupato dai minerali.E' andato in giro in tutta la Sardegna a cercare le pietre e i cristalli più strani, rari ed interessanti.Ha esposto e scambiato i suoi pezzi in tutta Italia nelle mostre ed esposizioni pubbliche.


(Sopra nella foto uno dei pezzi della collezione di Minerali Sardi "Gianni Atzori").
Oggi una parte di questa sua Collezione di Minerali è aperta al pubblico, visitabile (su prenotazione) presso il "Giardino dei Gatti" della Colonia felina di Su Pallosu (dove i gatti scendono in spiaggia), nella marina di San Vero Milis, provincia di Oristano.



Tra i pezzi di rilevo della collezione Atzori la non comune "Ossidiana Rossa ".

mercoledì 19 gennaio 2011

Prendevano forma a Su Pallosu
DELFINI E STATUINE
alcuni suoi gioielli in corallo


Su Pallosu era il suo laboratorio preferito.Anche ad Oristano aveva la strumentazione per lavorare corallo e pietre dure, ma indubbiamente nella tranquillità del mare lavorava meglio.E non mancavano anche i soggetti proprio legati all'ambiente.Qui sopra due spille in corallo, delfini.Amava anche mettere l'occhio in corallo nero, facendo un buco sul rosso e inserendolo dentro.

Gruppo di statuine in corallo rosso o come le chiama qualcuno "Madonnine".A me fa un pò ridere sentire questa definizione anche perchè papà era non solo ateo, ma convintamente anticlericale.Meglio definirle dunque figure femminili in corallo rosso.